Grazie a Fabio Viola che postando un articolo sul record di visitatori al Mori Building di Tokyo mi ha fatto tornare in mente la visita di due anni fa. Un #museo unico, di opere digitali interattive (ad alta e a bassa interattività a seconda del progetto). Un museo completamente buio in cui ti puoi perdere ma non ti senti mai smarrito (come invece accade in alcuni musei in cui ci si vede benissimo), nel quale non trovi divieti ma consigli, pieno di persone con cui però non ti scontri mai, destinato a tutti perché ognuno troverà la sua opera (la mia è stata la sala dell'autoscrittura calligrafica, sarei rimasta lì per ore). Certo alla base di tutto non c'è una persona, ma un collettivo composto da artisti, ingegneri, designer, esperti di gaming, informatici, grafici… E soprattutto ci sono finanziamenti, tanti, che consentono di lavorare ad un livello di eccellenza. Non sarà una visita mai banale e non sarà mai uguale perché tutto è in mutazione costante, la ricerca non si ferma mai. E…